MUSEO ARCHEOLOGICO DEL BARRO (MAB)
Eremo di Monte Barro – Galbiate

INAUGURAZIONE DEI NUOVI ALLESTIMENTI

Sabato 19 ottobre 2019 – Ore 17

Durante le 12 fortunate campagne di scavo ai Piani di Barra (1986-1997) si sono portati alla luce i resti del più grande insediamento di epoca gota scavato in Italia (V-VI sec.d.C.). I numerosi reperti, più di 400, sono esposti presso il Museo Archeologico del Barro (MAB). Il reperto più significativo, la famosa Corona Pensile del Barro, fino a ieri conservata presso il Museo Giovio di Como, trova finalmente una collocazione permanente all’interno del Museo Archeologico del Barro, e potrà essere valorizzata come merita presso il luogo del suo ritrovamento avvenuto 30 anni fa (al museo non essendoci la corona originale era esposta una sua riproduzione).
Questo reperto, conosciuto a livello internazionale, è diventato il simbolo stesso degli scavi ai Piani di Barra e del Museo Archeologico del Barro.
In occasione dell’esposizione viene inoltre inaugurata una nuova vetrina espositiva contenente i reperti provenienti dai recenti scavi archeologici effettuati presso il Monte Castelletto. Il contesto inerente ad una fortificazione Basso Medievale, attiva tra il XIII e il XV secolo, ha restituito vari reperti metallici tra i quali armi, elementi di abbigliamento e di uso quotidiano, e un reperto unico nel suo genere, un cosiddetto “brocchiere”, ovvero un piccolo scudo di forma circolare usato nei combattimenti con la spada fino alle soglie del 1500.
Le ultime indagini archeologiche hanno portato alla luce, sotto la torre Basso Medievale, un edificio a pianta quadrangolare che le analisi al C14 hanno datato VIII-IX sec.d.C. che evidenzia una continuità di utilizzo strategico-militare del sito come punto di controllo di Lecco e dell’Adda.
Alcuni nuovi pannelli illustrativi sono stati posti a corredo delle nuove esposizioni andando ad allargare l’offerta di visita degli allestimenti del Museo.
Con la nuova esposizione il MAB intende rilanciare il proprio ruolo come punto di riferimento per la conoscenza, la divulgazione e la ricerca, non solo per l’archeologia e la storia del Monte Barro stesso, ma per tutto il territorio dell’Alta Brianza lecchese.